Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

È stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Quaternary International” un lavoro, di cui è coautore Davide Persico del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale, sull'analisi morfologica di un raro fossile di leopardo rinvenuto fortuitamente nel 2015 nei sedimenti alluvionali del Po.

Il fossile, riconosciuto dopo alcuni mesi di indagine preliminare, è stato successivamente studiato in collaborazione con Martin Sabol, specialista di felini dell'Università di Bratislava, e con Emiliano Troco, artista “paleoillustratore” di Cividale del Friuli.

Il lavoro, realizzato in collaborazione col Museo Paleoantropologico del Po, ha permesso di confermare per la prima volta in assoluto l'esistenza in passato nella Pianura Padana di un grande predatore quale il leopardo.

Il reperto esaminato, una tibia, è assolutamente compatibile con la specie Panthera pardus moderna che oggi vive in Africa ma che nel quaternario ha colonizzato l'Europa e parte dell'Asia. Il fossile testimonia per la prima volta la presenza di questa specie anche al di fuori delle catene montuose italiane, dove esemplari fossili sono già stati trovati in passato.

L'esemplare in questione aveva dimensioni ragguardevoli, di circa due metri dal capo alla coda, per un peso che si aggirava intorno ai 45 kg. Tali dimensioni sono compatibili con una grande femmina adulta o con un giovane maschio.

Nel complesso, il "Leopardo del Po" è vissuto nella Pianura Padana assieme a specie come il mammut, il cervo megacero, la iena, il rinoceronte di Merck e l'uomo di Neanderthal, anche quest'ultimo conservato come esemplare unico per la pianura padana nel Museo Paleoantropologico di San Daniele Po.

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