Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma Alma universitas studiorum parmensis A.D. 962 - Università di Parma

Parma, 29 settembre 2017 - Da giovedì 5 a sabato 7 ottobre si terrà nel Palazzo Centrale dell’Università di Parma (Aula dei Filosofi, via Università 12) il Convegno internazionale “Neuroscienze e diritto: implicazioni e prospettive”, organizzato dal Centro Universitario di Bioetica (UCB), dal Centro Studi in Affari Europei e Internazionali (CSEIA) e dal Dipartimento di Giurisprudenza, Studî Politici e Internazionali dell’Ateneo.

Il campo delle neuroscienze ha conosciuto negli ultimi tempi una straordinaria evoluzione, che ha suscitato diversi spunti di riflessione per gli operatori del mondo giuridico.

L’idea di comprendere l’essere umano e i suoi comportamenti attraverso lo studio dei meccanismi cerebrali rappresenta una sfida estremamente difficile e, al contempo, particolarmente affascinante, rispetto alla quale il diritto non può di certo restare indifferente.

Il Convegno ha come oggetto lo studio delle diverse interazioni che si instaurano fra il settore delle neuroscienze e il mondo del diritto, cercando di comprendere come le scoperte neuroscientifiche possano incidere su alcune fondamentali categorie giuridiche e in che modo il diritto debba comportarsi davanti a queste innovazioni.

Ad aprire i lavori, giovedì 5 ottobre alle ore 18, sarà l’incontro “Dimensioni della mente”, dialogo fra il Prof. Giacomo Rizzolatti dell’Università di Parma, coordinatore del gruppo che ha scoperto i “neuroni specchio”, e il Prof. Amedeo Santosuosso dell’Università di Pavia, magistrato e Presidente del Centro di Ricerca Interdipartimentale European Centre for Law, Science and New Technologies della stessa Università. L’intento è quello di presentare e introdurre, in chiave divulgativa, le questioni che saranno approfondite più tecnicamente nelle sessioni del convegno del 6 e 7 ottobre. L’incontro sarà moderato da Enrica Battifoglia, giornalista scientifica dell’agenzia ANSA.

Nel convegno l’analisi sarà condotta secondo un’ottica interdisciplinare (parteciperanno giuristi, filosofi, neuroscienziati e medici) e sarà articolata in tre sessioni: le prime due venerdì 6 ottobre e la terza sabato 7.

Venerdì 6 ottobre alle 9 la mattinata sarà aperta dai saluti introduttivi di Giovanni Franceschini, Rettore Vicario dell’Università di Parma, di Laura Pineschi, Presidente del Centro Studi in Affari Europei e Internazionali (CSEIA), e di Antonio D’Aloia, Direttore del Centro Universitario di Bioetica (UCB). A seguire La prima sessione, “Neuroscienze e diritto: profili generali”, dedicata al rapporto fra neuroscienze e scienze sociali, con particolare riferimento al diritto. L’intento è quello di individuare, secondo una prospettiva comparata, i campi di intersezione fra neuroscienze e diritto, sottolineando l’importanza di questo nuovo campo di dialogo.

La seconda sessione, “Neuroscienze e tutela della salute”, in programma a partire dalle 15, intende approfondire gli effetti delle conoscenze neuroscientifiche con riguardo all’ambito della tutela della salute e alla autodeterminazione dell’individuo. Si pensi, in particolare, a coloro che si trovano in stato vegetativo o di minima coscienza, a chi è affetto dalla cosiddettasindrome Locked-ine alle opportunità offerte dai macchinari delle Brain Computer Interface. Il panel si occuperà, inoltre, dei problemi sociali, etici e giuridici legati al tema del cosiddetto potenziamento cognitivo o “enhancement”, ossia l’utilizzo di particolari farmaci o altri strumenti specifici, utilizzati da soggetti “sani” e finalizzati ad accrescere le capacità cognitive umane.

Come, dunque, regolamentare l’utilizzo di queste nuove tecnologie? Quali le ricadute sul concetto di salute e di identità individuale?

La terza sessione, “Le Neuroscienze in Tribunale”, in programma sabato 7 ottobre alle 9, riguarderà l’impiego delle risultanze neuroscientifiche all’interno delprocesso. La casistica giurisprudenziale in materia appare sempre più consistente. Proprio per questo si cercherà di valutare l’idoneità di tali tecnologie a costituire valida prova scientifica e in che misura le scoperte neuroscientifiche possano incidere sulla definizione e sull’accertamento della responsabilità personale dell’individuo.

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