Parma, 3 ottobre 2024 – I grani perenni sono una fonte di microorganismi utili, che possono essere sfruttati in agricoltura per stimolare la crescita e il biocontrollo di agenti patogeni nei cereali. È il risultato di uno studio dell’Università di Parma che ha coinvolto la docente del Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della Sostenibilità Ambientale Giovanna Visioli e i docenti del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco Gianni Galaverna e Martina Cirlini nell’ambito del Progetto PRIMA “CHANGE-UP – Innovative agroecological APProaches to achieving resilience to climate CHANGE in Mediterranean countries”, coordinato dal prof. Galaverna. Al lavoro hanno partecipato gli assegnisti di ricerca Gianluigi Giannelli e Marco Gozzi, il dottorando Lorenzo Del Vecchio e la dottoranda Silvia Potestio. Laura Gazza del CREA - Ingegneria e trasformazione agroalimentari di Roma ha fornito il materiale sperimentale oggetto dello studio.
I risultati della ricerca (Exploring the rhizosphere of perennial wheat: potential for plant growth promotion and biocontrol applications) sono stati pubblicati sulla rivista “Scientific Reports” (Gruppo Springer Nature).
Un riconoscimento importante del lavoro scientifico è arrivato anche nell’ambito del 67° Congresso della Società Italiana di Genetica Agraria, Expanding frontiers in crop genetics: il primo autore del lavoro Gianluigi Giannelli ha ricevuto dal Presidente della Società il premio come migliore contributo poster presentato al convegno.
In questi ultimi anni, per ridurre l’impatto ambientale della produzione agricola, l’utilizzo di colture come i cereali perenni è emerso come un nuovo approccio nell’ottica di un’agricoltura sostenibile. Le linee ibride di grani perenni ricrescono dopo la raccolta e possono essere produttive fino a quattro anni consecutivi senza reimpianto. Sebbene i loro rendimenti siano inferiori rispetto ai raccolti annuali, offrono importanti servizi ecosistemici. In particolare, il loro sistema di radici profonde migliora il contenuto di carbonio del suolo, riduce la lisciviazione dei nutrienti e diminuisce la necessità di fertilizzanti e pesticidi. Inoltre, l’aumento della materia organica derivante dai loro estesi sistemi radicali aumenta la biomassa, l’attività, la diversità e l’efficacia dei microrganismi della rizosfera rispetto alle colture annuali. Considerati questi benefici, i grani perenni rappresentano anche una preziosa fonte per isolare microrganismi della rizosfera che possono essere sfruttati per lo sviluppo di nuovi biofertilizzanti in agricoltura. In una prospettiva a lungo termine, l’identificazione di un elevato numero di microorganismi benefici associati alle radici dei cereali perenni suggerisce inoltre una strategia di utilizzo di queste colture anche in rotazione per un arricchimento di specie microbiche utili nei terreni, supportando così la salute e la produttività dei cereali annuali.